La velocità della stampa 3D al servizio dell’Industria 4.0

La velocità della stampa 3D al servizio dell’Industria 4.0

La manifattura additiva è sempre stata tacciata di essere una tecnologia lenta, troppo per venire utilizzata al di fuori del cerchio dei singoli makers. Poi sono arrivati i progressi delle stampanti industriali, sempre più precise e veloci, e ad oggi la convenienza di utilizzare la produzione additiva per efficientare parti della propria filiera è cosa nota tra gli addetti ai lavori. Si stima che più di due terzi del settore manifatturiero italiano abbia già cominciato a utilizzare, in alcuni casi acquistato, una stampante industriale da inserire nella produzione.

Ma le stampanti industriali, che sono decisamente più performanti rispetto ai modelli pensati per la piccola produzione di oggetti, cosa sono davvero in grado di fare? Basta dare un’occhiata alle macchine top di gamma per apprezzarne le caratteristiche.

Impossibile non cominciare dalla HP Multi Jet Fusion 5200, la stampante più potente della casa americana. La tecnologia utilizzata è quella brevettata dalla HP, la Multi Jet Fusion appunto. Si tratta di un sistema a lampade che agiscono su un letto di materiale polimerico andandolo a fissare nelle parti interessate. Come ogni altra stampante anche questa lavora livello su livello come se stendesse un foglio di carta alla volta fino a dare forma al progetto. La vera rivoluzione è questa: la MJF lavora in modo tridimensionale e non bidimensionale come fanno le altre principali tecnologie che afferiscono alla stampa 3D. Inoltre la macchina è in grado di lavorare più design in contemporanea, generando per forza di cose un ulteriore risparmio di tempo.

Il dato è che la HP 3D Jet Fusion 5200 è in grado di produrre 5 cm cubici di oggetto finito per ogni ora. Un ottimo risultato che rende questa macchina particolarmente adatta alla realizzazione di design per cui la precisione è un elemento di massima importanza, e dalle dimensioni contenute. Infatti il piatto di stampa è di solo 38×28,4×38 cm, al netto delle dimensioni di tutto il macchinario che è costituito da due parti fondamentali ben più ingombranti.

La velocità è solo uno dei parametri che va preso in considerazione, vale anche per le macchine migliori del mercato. La HP eccelle in diversi tipi di produzione, ma sulla creazione di oggetti molto grandi ci sono altri modelli che si prestano meglio all’occasione d’uso. In primis la BAAM, acronimo di Big Area Additive Manufactoring, ovvero una stampante 3D in grado di spargere 36 kg di materiale ogni ora. Le dimensioni del piatto di stampa sono notevolissime: 6x2x1,9 metri! Non a caso si tratta di una delle stampanti industriali dai costi più elevati. Più versatile invece l’utilizzo della Massivit 1800, macchinario utilizzato prevalentemente per la stampa di materiale grafico pubblicitario (insegne, cartellonistica, scenografie…). Le performance della Massivit si spingono fino alla stesura di un metro di materiale al secondo attraverso una tecnologia che usa come materiale un particolare gel. Anche in questo caso siamo ai vertici delle prestazioni possibili nel settore.

Risulterà evidente a questo punto che la stampa 3D ha fatto passi da gigante e oggi si è meritata il suo posto in fabbrica, dove può assolvere a compiti specifici con precisione e velocità. Queste performance però vanno misurate in base ai compiti cui dovranno assolvere i macchinari. Fondamentale in tal senso, per un equo confronto in termini di velocità, includere anche parametri quali: risoluzione dell’oggetto, qualità della stampa e complessità del design. Il mercato della stampa 3D è giunto ormai a una fase di maturazione e i principali rivenditori mettono a disposizione modelli con svariate peculiarità e adatti ai vari processi di produzione più richiesti.