Stampaggio a Iniezione: cos’è e come funziona
Gli anni scorrono e l’industria si evolve insieme alle sue tecnologie e processi produttivi, sempre più performanti ed efficienti, fino a giungere allo stampo ad iniezione, di cui ci racconta la divisione Plast di Ferrari & Carena, azienda storica del settore.
Nel corso di questo articolo, pertanto, presentiamo le presse ad iniezione di materiale plastico, il loro funzionamento e il conseguente impiego all’interno del mondo industriale.
Indice
Cosa si intende per stampaggio?
Primo elemento è il termine stesso “stampaggio”. Concetto generico che, in linea di massima, ricomprende tutti quei processi industriali le cui attività sono svolte mediante una forma fissa detta stampo.
L’obiettivo dell’azione di stampaggio è estremamente chiaro: ottenere forme geometriche complesse, di vario genere e per innumerevoli settori.
Con questa chiave di lettura, il processo si presenta come parecchio efficace e risolutivo, ma è opportuno aggiungere un’altra caratteristica dello stampaggio: la versatilità.
In funzione della tipologia di risultato che si desidera conseguire, è possibile far riferimento ad operazioni di trasformazione plastica di pezzi metallici, a sezione varia o a sezione bassa, come il caso delle lamiere, o formatura di materiale metallico e plastico.
Il primo processo, quello della trasformazione plastica, si basa sulla pressione esercitata dallo stampo stesso, tipicamente con l’ausilio di una pressa.
In realtà, per completezza, è corretto specificare che lo stampaggio è una delle lavorazioni possibili della trasformazione plastica, ma non l’unica. Tra le più comuni, possiamo citare la laminazione, la trafilatura, l’estrusione, la fucinatura, oltre lo stesso stampaggio.
Differente, invece, è il processo di formatura di materiale metallico o plastica, in quanto non deforma la materia ma la impiega per riempire lo stampo stesso.
Da questa caratteristica di base deriva poi la tecnica dello stampaggio ad iniezione, che viene impiegata per quelle forme geometriche estremamente complesse e difficilmente ottenibili con altri metodi.
Infatti, se provassimo a immaginare lo sportello di un’automobile moderna, sarebbe complesso riuscire a realizzarlo con precisione o in tempi brevi, senza un metodo forma – prodotto, come accade con lo stampaggio.
Nasce così l’esigenza di una particolare tipologia di attività, denominata, per l’appunto, stampaggio a iniezione.
Come funziona lo stampaggio a iniezione?
Come premesso, lo stampaggio è un processo industriale che racchiude in sé tutta una serie di processi industriali che prevedono l’impiego di uno stampo. In casi di forme complesse da realizzare, però, si adopera una tecnica precisa nota come stampaggio a iniezione.
Il nome stesso è eloquente: è stato adottato per la similitudine tra quest’attività e l’azione di una siringa che inietta fluidi. Così come la siringa inietta fluidi, così le plastiche liquide vengono inviate nello stampo dove poi si induriscono ottenendo la forma richiesta.
Il processo, ovviamente, non si conclude con l’estrazione del materiale indurito dallo stampo, ma prevede successive fasi di finitura del prodotto. Rimane comunque un processo oggi altamente diffuso in moltissime lavorazioni basilari dell’industria.
Le macchine per lo stampaggio ad iniezione
Le prime macchine per lo stampaggio ad iniezione risalgono agli anni ’80, con i primi utilizzi nell’ambito industriale. Oggi, ovviamente, l’evoluzione è stata incalzante e ha completamente soppiantato i primi modelli.
Il funzionamento, però, mantiene ciononostante le caratteristiche sostanziali. Ci sono due grandi attori che compongono il processo: il gruppo di iniezione, che gestisce il materiale fino all’inserimento nello stampo, e il gruppo di chiusura, che ha il compito di mantenere chiuso lo stampo.
L’innovazione tecnologica degli anni successivi ha sempre e comunque rispettato questo processo basilare, indipendentemente che si trattasse di macchine motorizzate attivate da servomotori, macchine idrauliche attivate da motori idraulici o macchine ibride, che combinano entrambe le tipologie di motori.
Gli ultimi progressi sono, invece, orientati all’impiego di CNC all’interno dello stesso macchinario. Per l’acronimo CNC si fa riferimento al “controllo numerico computerizzato”, una direzione intrapresa verso l’automatizzazione dei processi, ma questo è un altro argomento.
In conclusione, si può affermare che alla base di tantissimi prodotti che usiamo quotidianamente, soprattutto dalle forme più strane, ci sia l’attività di queste macchine per lo stampaggio ad iniezione.